Autore: Terre di Ger

Etichette speciali Giro d’Italia 2020

Benvenuti in Italia

Da Sabato 03 Ottobre a Domenica 25 Ottobre la Corsa Rosa attraversa le strade della nostra Penisola.

Dopo il grande successo del Tour de France, eccoci a sostenere BORA-Hansgrohe Procycling Team, che sponsorizziamo con passione e entusiasmo.

Il nostro capitano e tre volte campione del mondo Peter Sagan lotterà per la Maglia Ciclamino del leader della classifica a punti, mentre Rafal Majka e Patrick Konrad sono gli uomini di punta per la Classifica Generale
3,498 Km da Monreale  a Milano e tante occasioni per sollevare il bicchiere per celebrare i loro successi.

Ovviamente vorremmo dare a VOI la possibilità di festeggiare in pieno stile con noi e il nostro team durante la gara. Assieme al nostro partner BORA Cooking System abbiamo creato un’edizione speciale Giro d’Italia del nostro vino rosso, bianco e spumante.

Etichette speciali con le quattro maglie su ognuna di esse.

Prosecco Extra Dry
Vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, di media struttura e pronunciata acidità. Al naso presenta tipiche note di pera e mela verde. Perfetto per aperitivi a base di crostacei e verdure. 6,5 €/BTL

Bio Caliere
Vino dal colore rosso rubino tenue, di media struttura e lunga persistenza ottenuto da uve di varietà resistenti (PIWI) Al naso presenta tipiche note di fragola e frutti di bosco. Ideale per carni bianche o pesci delicati. Ottimo come aperitivo e con antipasti. 7€/BTL

Bio Arconi
Vino bianco fresco ottenuto da varietà resistenti (PIWI). Presenta delicati aromi di frutta come mela verde e pompelmo. Ottimo come aperitivo. 7€/BTL

**COSTI DI SPEDIZIONE NON INCLUSI

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Tour de France 2020

Bonjour Le Tour

Siamo fieri sponsor e grandi fan di Bora – hansgrohe procycling team.
Dal 29 Agosto al 20 Settembre si terrà lungo le strade francesi il Tour de France, lo show mondiale del ciclismo.

Il nostro capitano Emanuel Buchmann e il tre volte campione del mondo Peter Sagan lotteranno per un posto sul podio della classifica generale e per la Maglia Verde del leader della classifica a punti.
3,470 Km da Nizza a Parigi e tante occasioni per sollevare il bicchiere per celebrare i loro successi.

Ovviamente vorremmo dare a VOI la possibilità di festeggiare in pieno stile con noi e il nostro team durante la gara. Assieme al nostro partner Bora abbiamo creato un’edizione speciale Tour de France del nostro vino rosso, bianco e spumante.

Etichette speciali con le quattro maglie su ognuna di esse.

Prosecco Extra Dry
Vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, di media struttura e pronunciata acidità. Al naso presenta tipiche note di pera e mela verde. Perfetto per aperitivi a base di crostacei e verdure. 6,5 €/BTL

Bio Caliere
Vino dal colore rosso rubino tenue, di media struttura e lunga persistenza ottenuto da uve di varietà resistenti (PIWI) Al naso presenta tipiche note di fragola e frutti di bosco. Ideale per carni bianche o pesci delicati. Ottimo come aperitivo e con antipasti. 7€/BTL

Bio Arconi
Vino bianco fresco ottenuto da varietà resistenti (PIWI). Presenta delicati aromi di frutta come mela verde e pompelmo. Ottimo come aperitivo. 7€/BTL

**COSTI DI SPEDIZIONE NON INCLUSI

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Limine bianco friulano

Limine 2018, dicono di lui

L’annata 2018 del Limine Terre di Ger prodotto con varietà resistenti ha già conquistato firme autorevoli del panorama vitivinicolo italiano e internazionale.

Il Limine, un vino che ha permesso a Terre di Ger di varcare le soglie del biologico, guardando al futuro. È il nostro piccolo grande orgoglio: prodotto con le migliori uve da varietà resistenti PIWI – in particolare un blend di Soreli e Sauvignon Kretos – ha già conquistato i cuori di giornalisti e tecnici di settore molto autorevoli del panorama vitivinicolo. Questo si rivela come un altro grande passo avanti per la diffusione della cultura PIWI in Italia e il conseguente riconoscimento della qualità delle varietà resistenti. Le recensioni positive accrescono il potenziale di queste viti e delle loro uve, incoraggiandoci a dare il meglio per continuare a seguire la nostra mission naturale. 

Limine, vino bianco friulano ottenuto da varietà resistenti.

Un vino piacevole quanto scorrevole – Andrea Gabbrielli su “Vinotype”

Il 5 febbraio scorso, sul magazine online Vinotype diretto da Rosanna Ferraro, è uscito un articolo a firma di Andrea Gabbrielli, pluripremiato giornalista del settimanale economico “Tre Bicchieri del Gambero Rosso”. Gabbrielli, abituato a coniugare con grande sensibilità storia e cultura, così scrive:

Il Limine 2018 Igt Venezia Giulia Bianco ha colore paglierino dorato e delicati profumi di frutta tropicale, pesca bianca, di pera, su uno sfondo di note vegetali con una lieve foglia di pomodoro; in bocca è pieno, morbido, caldo di alcol. Nuovamente si avverte la sensazione fruttata, tropicale, armonicamente acida. Lungamente persistente, è un vino piacevole quanto scorrevole, con un’accattivante fondo sapido. Anche a distanza di giorni dall’apertura della bottiglia il vino mantiene i suoi profumi e sapori. Ideale per gli spaghetti alle vongole, pasta al ragù bianco, rigatoni con la bottarga di muggine, pesce ai ferri o in padella, coniglio e carni bianche in genere.

Bevuta equilibrata e finale fruttato – Stefano Tucci su “I vini del Golosario”

Questo mese il Limine 2018 è stato anche protagonista della rubrica “Il vino del Giorno” de “I vini del Golosario”, blog curato da Paolo Massobrio, famoso giornalista e critico eno-gastronomico che ha collaborato con numerosi giornali – La Stampa, Avvenire, Bell’Italia – e programmi televisivi. La recensione firmata da Stefano Tucci descrive il vino così:

Il Limine 2018 è ottenuto da vitigni poco conosciuti ai più, nati grazie agli studi sviluppati dall’Istituto di Genomica Applicata di Udine che hanno ottenuto uve con una maggiore resistenza alle malattie. 10 % di sauvignon Kretos, che dal più noto Blanc eredita la struttura e la leggera nota erbacea anche se ad emergere è la frutta tropicale, in questo caso la banana; per il restante 90% uva soreli che invece regala al vino persistenza gusto-olfattiva, profumi intensi di mandorla e vaniglia. La bevuta è coerente ed equilibrata, tenuta in piedi da una bella freschezza. Il finale è fruttato, che ricorda la mela.

Limine e Frico Friulano: fra tradizione e innovazione

Dai ristoranti più raffinati alle sagre di paese, il frico friulano è una golosità regionale che mette tutti d’accordo.

Formaggio, patate, cipolla: tre semplici ingredienti che fanno del frico friulano un piatto storico della nostra regione. Dalle sue origini fino ad oggi si è prestato a tantissime interpretazioni, nei menu di ristoranti raffinati o nelle sagre di paese, sempre mantenendo il suo carattere semplice e tradizionale.

Le storie su di lui si intrecciano nelle memorie dei bisnonni, dai quali veniva considerato un piatto “povero” e nutriente allo stesso tempo, una ricetta di recupero, cucinata con i ritagli di formaggio che avanzavano dalla realizzazione delle forme. Ma la primissima testimonianza di questa prelibatezza risale alla prima metà del Quattrocento quando il cuoco del Patriarca di Aquileia, il Maestro Martino da Como, ne descrive la preparazione nel suo libro “De Arte Coquinaria”: formaggio grasso ma non troppo salato né troppo stagionato, lardo fresco ed erbe.

Da allora il frico ha deliziato generazioni ed è diventato un simbolo della tradizione, un comfort food da rivisitare in mille versioni creative.

La ricetta del Frico.

Ogni famiglia friulana custodisce la propria ricetta del frico ed è difficile averne una che si possa dire originale. Questa che vi proponiamo è generalmente la più usata nelle sagre popolari.

Per cucinare il frico servono un chilo di patate, 50 grammi di cipolla, 600 grammi di formaggio latteria con una stagionatura media, olio, sale, pepe. Si inizia pelando le patate che poi andranno grattugiate grossolanamente e cotte con poco olio, sale e pepe. Intanto bisogna soffriggere la cipolla e successivamente unirla alle patate e al formaggio tagliato a dadini. Il tutto va amalgamato a fuoco lento fino a che il formaggio si sia fuso completamente. Si lascia dorare da entrambe le parti per poi servirlo rigorosamente caldo.

Frico Friulano in abbinamento con il Limine Terre di Ger.

“Omaggio al Frico” e Terre di Ger – la versione antipasto dello Chef Carlo Nappo. Il frico si può trasformare anche in un antipasto elegante.

Nelle campagne di Pordenone, al ristorante “Podere dell’Angelo”, lo chef Carlo Nappo ha inserito nel suo menù l’ “Omaggio al frico”, una portata che riporta al valore del territorio in chiave totalmente moderna.

L’impiattamento è un quadro di Pollock dove i sapori di una volta e il gusto della novità si fondono, grazie anche alle diverse consistenze della cipolla e alla croccantezza del guanciale.

Sì, ma allora  quale vino si può abbinare a un piatto così, metodicamente costruito sugli equilibri tra tradizione e innovazione?

Il Limine Terre di Ger 2018 ottenuto da varietà resistenti è lo sposo perfetto per questo matrimonio. Un blend di Soreli e Sauvignon Kretos che, con la sua importanza al palato, le sue note tropicali e la sua acidità ben contrasta la “tendenza dolce” degli ingredienti che compongono questo piatto goloso e saporito.

Lo chef Carlo Nappo al ristorante Podere dell'Angelo.

PIWI: Ecco il futuro | Intervista al Presidente Fisar Luigi Terzago

PIWI: dai primi incroci ad oggi. Il Presidente FISAR Luigi Terzago ci spiega l’evoluzione delle varietà resistenti.

Degustazione di vini PIWI organizzata dalla FISAR Vercelli-Novara.

Durante una degustazione dedicata ai vini PIWI Terre di Ger, organizzata dalla FISAR Delegazione Vercelli-Novara nella loro storica sede di Vercelli, il presidente nazionale Luigi Terzago, una figura di riferimento per quanto riguarda la cultura e lo studio delle PIWI in Italia e non solo, ci ha spiegato in un’interessante video l’evoluzione delle varietà resistenti. Un breve viaggio storico dai primissimi incroci francesi del 1800 fino ai risultati odierni che ci portano a considerare i vini ottenuti da questa varietà, un autentico prodotto del futuro.

Terre di Ger al Merano Wine Festival: Sì alla ‘strada naturale’

Terre di Ger era presente al Merano Wine Festival 2019 dove si è parlato di eco sostenibilità e varietà resistenti.

Il Merano Wine Festival è decisamente l’evento più glamour del settore vitivinicolo che raduna eccellenze italiane e non solo. 11.500 presenze registrate, 950 case vinicole, 120 artigiani del gusto: numeri che parlano di un evento in crescita, un esclusivo appuntamento tra produttori, consumatori e addetti del settore. Quest’anno, uno dei temi principali che il patron della manifestazione Helmut Köcher ha tenuto a sottolineare, è proprio quello della sostenibilità.
Per la prima volta all’interno del Kurhaus, una delle location liberty più suggestive del territorio altoatesino, Terre di Ger era presente con la sua selezione di vini PIWI. Un passo decisamente importante per quanto riguarda la diffusione della filosofia delle varietà resistenti e l’autorevole riconoscimento di esse. Durante la kermesse si è constatato come l’interesse verso i vitigni resistenti alle malattie fungine sia aumentato, specialmente in questo 2019, con particolare attenzione verso la produzione di un vino che sia il più possibile naturale, partendo da un suolo salubre, da un vigneto riqualificato e da uve sane.

La Masterclass

A margine della manifestazione principale, il Merano Wine Festival ha proposto una masterclass condotta dall’enologo Nicola Biasi, durante  la quale la nostra cantina Terre di Ger era presente con due vini da varietà resistenti. In questa occasione si è potuto confrontare il differente stile dei due maggiori poli di ricerca: l’Università degli Studi di Udine e l’Istituto di Friburgo in Germania, che attraverso gli studi di incroci tra Vitis Vinifera Europea e Vitis selvatiche sono arrivati alla creazione di nuove varietà di vitigni resistenti e dei conseguenti vini con caratteristiche organolettiche differenti tra loro.
Un momento davvero importante di divulgazione, che ha aiutato il pubblico ad avvicinarsi e a creare interesse verso quella “strada naturale” che è stata uno dei temi cardine della manifestazione.

Prosecco tricolore per Davide Formolo: una stagione indimenticabile

Il Prosecco Terre di Ger in un’edizione speciale per celebrare il Tricolore e l’ultima speciale stagione di Davide Formolo in maglia Bora-Hansgrohe.

Davide Formolo e il suo fan club hanno festeggiato il finale di un 2019 emozionante, a Marano di Valpolicella, lo scorso 10 ottobre, con un’edizione speciale del Prosecco Terre di Ger, dedicata alla sua maglia tricolore, conquistata a giugno sul tracciato di Borgo Val di Taro.

Per Davide non è solo la chiusura di una stagione ma anche la fine di un’intensa avventura di due anni con il team Bora-Hansgrohe durante i quali ha animato le corse con la sua brillantezza e costanza. La sua simpatia ha fatto in modo che si creasse un legame di amicizia e di stima, che va al dì là della semplice sponsorizzazione. Ecco perché le etichette speciali rappresentano uno dei momenti in cui siamo stati più orgogliosi che mai di supportarlo: sul podio del Campionato Italiano, mentre ascolta l’Inno dopo la vittoria in solitaria. Grazie per tutto Davide! In bocca al lupo per la tua carriera.

Terre di Ger a Pordenone Legge

Pordenone Legge è uno degli eventi più attesi della stagione. Tra una lettura e l’altra noi vi consigliamo di provare un pranzo al ristorante Alla Catina, dove potrete degustare i vini Terre di Ger scoprendo l’alta cucina dello chef Carlo Nappo.

Dal 18 al 22 settembre si terrà la XX edizione di “Pordenone Legge”, una manifestazione che coinvolge la città a trecentosessanta gradi con eventi e serate. Tra una lettura e l’altra, vi consigliamo di fermarvi a degustare i nostri vini al ristorante Alla Catina, proprio nel cuore di Pordenone dove la creatività e la tradizione si uniscono nella cucina di alta qualità dello Chef Carlo Nappo.

Ecco uno speciale viaggio sensoriale da accompagnare con i vini Terre di Ger.

Tartare di manzo e Pinot Grigio

La tartare di Fassona viene marinata con acciughe, tuorlo d’uovo, capperi, senape, sottaceti, olio, sale e pepe. Ottimo l’abbinamento con il gusto fresco, piacevolmente sapido e fruttato del Pinot Grigio.

Insalata esotica & Chardonnay

Una rivisitazione colorata, fresca e golosa del pollo al curry mantecato con lattuga, cetriolo e ananas con l’accompagnamento di una salsa al curry. Speciale l’abbinamento con lo Chardonnay, un vino delicato dai sentori tropicali e di moderata acidità.

Tortellacci e Refosco al Peduncolo Rosso

Un piatto raffinato e allo stesso tempo genuino, i ravioli di pasta fresca sono ripieni di ricotta affumicata, crema di zucca e amaretti. Ideale l’abbinamento con un vino rosso complesso, deciso e dalla tannicità piacevole come il Refosco.

Semifreddo al pistacchio & Prosecco

Dolce deve essere l’ultimo ricordo di un buon pranzo. Alle più classiche bollicine della tradizione del Nord-Est Italia si abbina il gusto inimitabile del pistacchio siciliano DOP di Bronte. Un semifreddo che mette d’accordo proprio tutti, reso ancor più goloso dal cioccolato fuso e la granella di meringa.

Lo Chef

Carlo Nappo vanta una lunga esperienza in prestigiosi ristoranti e cucine stellate. A soli nove anni si trasferisce dal nonno che fa il cuoco a Parigi e al suo ritorno in Italia ha già le idee chiare sul suo futuro. Dopo aver studiato alla scuola alberghiera, svolge stage importanti al Giorgio V e al Ristorante al Carpaccio di Parigi e poi a Roma al Caffé Veneto, a Senigallia da Uliassi dove impara la cucina di mare, da Enzo de Prà, da Vissani, da “i due cigni” di Montecorsaro e al Palace Hotel di Merano con Henri Chenot nel 2004 .Tornato nella sua Pordenone, affiancato da Tonino Palumbo e Vincenzo Cioffi, trasforma lo storico Ristorante Pizzeria Alla Catina in un ristorante dove poter mangiare da un semplice piatto di spaghetti al pomodoro ad un menu degustazione di pesce con piatti sempre creativi, espressione della passione di Carlo che, tra contaminazioni italiane ed estere, è uno chef audace nei contrasti con una innata passione verso la ricerca delle più raffinate materie prime.

Nel 2015, con il suo socio, apre “Il Podere dell’Angelo” a pochi chilometri da Pordenone. Un ristorante immerso nel verde dove l’alta qualità della sua cucina si incontra con la passione e l’ospitalità, nella piena filosofia di Carlo Nappo: “Materia, anima e cuore”.

Una vendemmia di luce, parla Nicola Biasi

Vendemmia 2019 a Terre di Ger: Il nostro enologo Nicola Biasi ci parla della maturazione delle uve, delle prime impressioni in cantina e delle varietà resistenti.

Nicola, puoi farci un quadro generale su questa nuova annata?

L’annata 2019 non è partita sotto i migliori auspici perché a maggio abbiamo avuto piogge frequenti e questo non ha certo giovato alle viti anche se, fortunatamente, la situazione si è normalizzata negli ultimi mesi.
Definirei questa vendemmia come “di luce” perché le uve sono maturate prevalentemente per merito della luce solare piuttosto che per le alte temperature. Questa è una condizione speciale perché ha permesso alle uve bianche di raggiungere un grado di maturazione ottimale sia dal punto di vista zuccherino che aromatico, conferendo al quadro acido un assetto particolarmente interessante. Le acidità sono alte, una situazione che non capitava da tempo, proprio perché le ultime annate si sono sempre rivelate molto calde e veloci; questo ci permetterà di ottenere vini senz’altro maggiormente complessi ed eleganti e con un potenziale evolutivo maggiore rispetto alle annate precedenti.

Quali caratteristiche possiamo notare nei primi mosti?

Le rese di quest’anno sono leggermente più basse rispetto alla norma quindi la trasformazione da uva a mosto non è abbondante e questo significa che la buccia risulta abbastanza spessa perciò avremo sicuramente una marcia in più per quanto riguarda il corredo aromatico e la struttura del vino. Ad oggi, le fermentazioni sono tutte molto pulite e i primi mosti che hanno finito di fermentare qualche giorno fa presentano delle caratteristiche organolettiche particolarmente interessanti.

Come si sono comportate le uve da varietà resistenti?

Come già detto, la stagione è iniziata in modo un po’ zoppicante per le frequenti piogge della primavera e questo poteva essere un limite per quello che riguarda i trattamenti. In realtà le varietà resistenti si sono rivelate battagliere e si sono comportate molto bene, infatti non hanno presentato nessun sintomo di malattie, come per esempio la Peronospera che è il problema più grosso che si può incontrare ad inizio stagione. Le varietà resistenti ci danno un grande vantaggio a livello di sostenibilità ambientale ma non solo. Con trattamenti quasi pari a zero, ci troviamo tenori di rame bassissimi o quasi nulli nei mosti e questo ci permette di avere fermentazioni più pulite e soprattutto non rischiamo di perdere aromi e profumi che, in caso di alti livelli di rame, verrebbero pesantemente compromessi.

Le varietà resistenti e l’annata 2019 | Intervista al Dr. Carlo Peratoner

La vendemmia è alle porte! Quali considerazioni si possono già fare sull’annata 2019? E in che modo le nostre viti resistenti si sono autoprotette dagli attacchi delle malattie di questa primavera? Durante un controllo al nostro vigneto di Frattina, abbiamo chiesto al Dr. Carlo Peratoner, agronomo di Progetto Natura di farci un quadro della situazione.

Quali considerazioni si possono già fare sull’annata 2019?

L’annata 2019 è partita in maniera abbastanza difficoltosa. Le frequenti piogge nel mese di maggio e le basse temperature hanno rallentato lo sviluppo delle piante con conseguenti attacchi di malattie abbastanza importanti su vigneti convenzionali e non. C’è stato inoltre un ritardo delle fasi fenologiche, nello sviluppo e nella fioritura che quest’anno si è vista attorno all’otto di giugno. Questo andamento meteorologico sui vigneti convenzionali ha portato a fare molti interventi antiparassitari: parliamo di 8-10 interventi su quelli convenzionali e 10-15 sui biologici.
Nel caso del nostro vigneto, essendo resistente ci troviamo in una condizione ottimale con un unico intervento indirizzato a Peronospora e Oidio: la vite ha ben tollerato eventuali attacchi di queste patologie. Prevediamo di andare a vendemmiare a fine agosto – inizio settembre su tutte le varietà precoci, escluso le basi spumante. Siamo quindi in ritardo di circa una decina di giorni rispetto all’annata media.

Quali sono le malattie che attaccano le varietà resistenti?

Le piante resistenti sono in realtà tolleranti solo alle due principali malattie della vite che sono Peronospora e Oidio. Non hanno geni della resistenza su altre patologie quali Botrite, Antracnosi e Black Rot.

In che modo la pianta resiste e si auto protegge?

Le prime infezioni di Peronospora sono partite durante la primavera, attaccando prevalentemente le foglie. Su di esse si può vedere come la pianta reagisce cicatrizzando la propagazione del fungo. Alla vista si presenta un tessuto necrotico sulla superficie anteriore della foglia mentre l’altro lato, solitamente soggetto all’emissione di muffa bianca (le spore che propagano la malattia sul resto della pianta), risulta sano.

Qual è la differenza tra il biologico con varietà resistenti e quello tradizionale

Questo vigneto resistente di Terre di Ger a Frattina di Pravisdomini viene coltivato con il sistema del biologico. Contiamo un solo intervento antiparassitario contro gli oramai 12-15 dei biologici con piante non resistenti.
A questo dobbiamo aggiungere l’intervento insetticida contro lo Scaphoideus Titanus che è il vettore del microplasma della flavescenza dorata che è reso obbligatorio dalle regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia per contenere questa patologia devastante. Nel caso dei vigneti bio si interviene con del Piretro che va ripetuto a circa 5-6 giorni dal primo intervento. In totale abbiamo fatto un intervento specifico per Peronospera e Oidio nell’epoca della fioritura e due interventi obbligatori per combattere lo Scaphoideus. Non si è inserito lo zolfo perché mescolato al Piretro può provocare tossicità.

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