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Limine e Frico Friulano: fra tradizione e innovazione

Dai ristoranti più raffinati alle sagre di paese, il frico friulano è una golosità regionale che mette tutti d’accordo.

Formaggio, patate, cipolla: tre semplici ingredienti che fanno del frico friulano un piatto storico della nostra regione. Dalle sue origini fino ad oggi si è prestato a tantissime interpretazioni, nei menu di ristoranti raffinati o nelle sagre di paese, sempre mantenendo il suo carattere semplice e tradizionale.

Le storie su di lui si intrecciano nelle memorie dei bisnonni, dai quali veniva considerato un piatto “povero” e nutriente allo stesso tempo, una ricetta di recupero, cucinata con i ritagli di formaggio che avanzavano dalla realizzazione delle forme. Ma la primissima testimonianza di questa prelibatezza risale alla prima metà del Quattrocento quando il cuoco del Patriarca di Aquileia, il Maestro Martino da Como, ne descrive la preparazione nel suo libro “De Arte Coquinaria”: formaggio grasso ma non troppo salato né troppo stagionato, lardo fresco ed erbe.

Da allora il frico ha deliziato generazioni ed è diventato un simbolo della tradizione, un comfort food da rivisitare in mille versioni creative.

La ricetta del Frico.

Ogni famiglia friulana custodisce la propria ricetta del frico ed è difficile averne una che si possa dire originale. Questa che vi proponiamo è generalmente la più usata nelle sagre popolari.

Per cucinare il frico servono un chilo di patate, 50 grammi di cipolla, 600 grammi di formaggio latteria con una stagionatura media, olio, sale, pepe. Si inizia pelando le patate che poi andranno grattugiate grossolanamente e cotte con poco olio, sale e pepe. Intanto bisogna soffriggere la cipolla e successivamente unirla alle patate e al formaggio tagliato a dadini. Il tutto va amalgamato a fuoco lento fino a che il formaggio si sia fuso completamente. Si lascia dorare da entrambe le parti per poi servirlo rigorosamente caldo.

Frico Friulano in abbinamento con il Limine Terre di Ger.

“Omaggio al Frico” e Terre di Ger – la versione antipasto dello Chef Carlo Nappo. Il frico si può trasformare anche in un antipasto elegante.

Nelle campagne di Pordenone, al ristorante “Podere dell’Angelo”, lo chef Carlo Nappo ha inserito nel suo menù l’ “Omaggio al frico”, una portata che riporta al valore del territorio in chiave totalmente moderna.

L’impiattamento è un quadro di Pollock dove i sapori di una volta e il gusto della novità si fondono, grazie anche alle diverse consistenze della cipolla e alla croccantezza del guanciale.

Sì, ma allora  quale vino si può abbinare a un piatto così, metodicamente costruito sugli equilibri tra tradizione e innovazione?

Il Limine Terre di Ger 2018 ottenuto da varietà resistenti è lo sposo perfetto per questo matrimonio. Un blend di Soreli e Sauvignon Kretos che, con la sua importanza al palato, le sue note tropicali e la sua acidità ben contrasta la “tendenza dolce” degli ingredienti che compongono questo piatto goloso e saporito.

Lo chef Carlo Nappo al ristorante Podere dell'Angelo.

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